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Il discorso di @PietroBussolati in assemblea provinciale

Perché sono stato votato? Non sono stato votato perché il più bravo o perché non è stato votato quello con più esperienza, né sono stato votato – ritengo – per una dinamica nazionale. Ho la fiducia, la certezza e la felicità, consentitemelo, di sapere che molte delle persone che hanno creduto nella mozione che ho presentato l’hanno considerata la più rappresentativa ed adeguata per questa fase del nostro Partito Democratico a livello metropolitano, ma non voteranno la stessa cosa che io deciderò di votare al Congresso nazionale.

E allora perché sono stato votato? Mi piace rispondere a questa domanda mettendo in evidenza alcuni degli aspetti che sono stati prioritari nell’offerta politica presentata in questo congresso:

Siamo stati concreti: abbiamo usato precisione nelle critiche e chiarezza nelle proposte e nelle soluzioni organizzative: penso ad una direzione snella e decidente, rappresentativa delle zona e dei circoli, capace di decidere di prendere posizione; ad una segreteria di 9 membri, che costituisca un esecutivo con deleghe trasversali che lavori e comunichi costantemente il proprio lavoro; penso all’impegno ad incontrare i circoli uno a uno e ogni anno presentare un rapporto sullo stato del partito. Occorre conoscerci per poter crescere e migliorare. Occorre ascoltarsi, divenire comunità. Senza sostituire l’assemblea dei segretari di circolo, ma anzi chiamandola a riunirsi più frequentemente per farne uno strumento che sia sempre più in grado di far sentire la voce e la partecipazione dei circoli.

– Penso alla Centralità della formazione con attenzione anche alle competenze intangibili. Credo che dovremo lavorare sui diversi temi con progetti ben definiti: ponendosi anche il tema di scadenze e termini di lavoro, come ho già proposto. Dobbiamo sapere elaborare, in costante rapporto con i soggetti più rilevanti e i luoghi di pensiero del nostro territorio, analisi e posizioni che vengano discussi con metodo insieme ai circoli e poi in direzione.
Siamo stati infine i primi a porre la questione del rapporto con Fondazione Quercioli: pensiamo debba essere la Federazione a trattare per tutti i circoli e occorre negoziare politicamente condizioni di affitto sostenibili. Con pragmatismo, anche in questo caso l’unione fa la forza, indipendentemente da chi è stato il primo a porre il tema, ci siamo trovati fin da subito, con gli altri candidati a condividere questa priorità. E anche in questo caso la possibilità di scelta, la diversità di vedute è stata ricchezza e non danno al Partito Democratico.

Abbiamo proposto un metodo chiaro, fondato sulla Trasparenza, la responsabilità e la rendicontazione delle decisioni e delle azioni che intendiamo intraprendere.

– Siamo riusciti a trasmettere l’idea che non è sufficiente provare a fare meglio, ma occorre guardare con più coraggio e con gli occhi di una nuova generazione (democratica) alle sfide che dovremo affrontare.

E arriviamo all’oggi, a questa settimana. In questa settimana ho lavorato non solo per essere eletto con una maggioranza numerica, ma essere nelle condizioni politiche di poter cambiare. In primo luogo ho inteso incontrare tutti gli altri candidati e riflettere sulle proposte fatte e capire come arricchirle.

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Ho accolto positivamente l’attenzione e il consenso di Arianna Censi e di una parte dei sostenitori di David Gentili intorno alla proposta politica. La nostra maggioranza si è allargata ed arricchita (penso in particolare all’esperienza politica e alla conoscenza del territorio e delle amministrazioni locali di Arianna Censi e di chi l’ha sostenuta; penso alla ricerca di più efficaci forme di partecipazione e coinvolgimento dei circoli e all’attenzione al tema della legalità che caratterizza i sostenitori di Gentili) senza rinunciare, anzi rafforzando, le istanze di cambiamento che ci caratterizzano.

Penso inoltre che nella proposta politica di Arianna Cavicchioli ci siano ampi tratti di condivisione e che comunque vada il voto di questa sera insieme dovremo concentrarci e affrontare le sfide che ci aspettano. Io ho scelto però di non fare accordi che possano in qualche modo portare all’unanimismo. Quell’unanimismo che ha caratterizzato fino ad oggi le scelte di questo Partito e che troppo spesso ci ha portato a non scegliere, a non prendere posizione, a non essere partigiani e a non saper quindi agire i nostri valori.

Sia chiaro però che intendiamo, anche se oggi ci divideremo in questa assemblea, far sentire tutti coinvolti e responsabili, promuovendo le competenze e le risorse di cui disponiamo come partito al di là delle divisioni con cui ci presentiamo in questa assemblea. Prendersi cura di un Partito è un compito di tutti, dagli amministratori, ai segretari di circolo, quale io sono stato fino a qualche giorno fa, ai segretari metropolitani che verranno. Si governa un Partito non producendo divisioni, ma sapendo raccogliere con orgoglio e valorizzare le tante ricchezze di cui disponiamo e che possono essere messe al centro della nostra azione politica.

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Ma parliamo di Futuro. Abbiamo davanti a noi mesi importantissimi:

Prima di tutto il Congresso: ci sono stati dei problemi in questa prima fase, dovuti ad una forte confusione, ancora oggi chi ha ascoltato le parole di Mattia ha inteso come le regole troppo spesso siano lasche e non ci sia sufficiente chiarezza interpretativa, mi riferisco al caso del voto o non voto dei componenti della commissione. E quindi ringrazio David Gentili che ha giustamente chiesto chiarezza a fronte di un pasticcio combinato da diverse indicazioni nazionali e bene sarà fare luce su tutti i casi in cui ci possano essere state anomalie nel tesseramento. È con questa attenzione e con questo rigore sulle regole che vogliamo affrontare le prossime fasi. Con serietà, non lasciando soli i circoli nel dover interpretare regolamenti congressuali, ricordandoci in ogni caso che non dobbiamo mai avere paura del nuovo, della partecipazione, delle scelte, dei congressi. Il Congresso è per noi una grande occasione per discutere, crescere, radicarci, chiarirci e riorganizzarci.

Scadenze elettorali degli Enti locali e delle europee, che forse rappresentano plasticamente il compito del Partito Democratco. L’Europa da un lato. Penso all’importanza dell’Europa dove si scatenerà uno scontro tra le forze populiste ed anti-europee e la costruzione di un’Europa dei popoli in grado di offrire sponda politica alle forze progressiste e del miglioramento delle condizioni sociali; all’importanza di mantenere un canale costante tra l’Europa e il nostro Partito metropolitano anche tramite il ruolo dei parlamentari europei e alla capacità di essere protagonisti di questa fase. Anche considerando il Semestre Europeo per il quale dobbiamo rivendicare con il Presidente del Consiglio Enrico Letta l’impegno di riservare a Milano un ruolo da protagonista.

La costituzione della Città metropolitana che ci interroga non solo su chiare soluzioni istituzionali, ma su come meglio organizzare i servizi per i cittadini del nostro territorio. Una città metropolitana che parta non dall’architrave istituzionale ma dai bisogni.

L’Expo e la sfida di sviluppo economico che porta con sé ben oltre il 2015. Dobbiamo credere in Expo come leva per lo sviluppo e come strumento per aumentare la qualità dei nostri servizi pubblici e dare nuovo rilancio all’economia a partire dai 60.000 studenti che Milano ha più di Berlino. Dobbiamo credere nel rafforzamento di quei settori che contro la crisi stanno lottando e qui, nel tessuto della Milano metropolitana, stanno trovando forza per ripartire.
– La collaborazione tra i livelli istituzionali, dai consiglieri di zona, troppo poco protagonisti dello sviluppo della città, ai consiglieri comunali dei Comuni dell’hinterland e ai parlamentari (mai prima di oggi sono stati eletti così tanti parlamentari democratici); essere capaci di fare di Milano un laboratorio politico in cui eletti e iscritti, in modo aperto si confrontano sulla città.

– Dovremo individuare forme di partecipazione telematica che affianchino il lavoro fatto sui territori. Penso alle sperimentazioni della Rete civica e dell’importanza di dotarsi di strumenti informatici che rendano partecipi delle decisioni tutti coloro che vogliano far parte della nostra comunità. Sempre più un Partito Agorà capace di farse interprete dei bisogni e rappresentare un cerchio allargato di persone, aperto alla capacità di rinnovamento e di cambiamento.
– Entro Marzo sarà importante fare una Conferenza programmatica che abbia al centro Milano, Milano 2020, come progetto e scopo del PD metropolitano per lanciare un progetto di visione della città, dei suoi servizi, del suo sviluppo.

Credo sarà importante invitare i segretari metropolitani democratici delle principali città italiane, qui a Milano, l’area politica dove prima del resto d’Italia si innova e si guida il cambiamento.

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Milano è la parola chiave del futuro, Milano che cresce per differenze e non per omogeneizzazioni. Su quest’area, che a breve dovrà affrontare le sfide appena ricordate, si concentra la nostra proposta politica. Un territorio straordinario per quello che ha fatto e per quello che potrà fare ancora nei prossimi anni. Un territorio di cui dobbiamo essere orgogliosi e del quale vogliamo governare i cambiamenti. Vogliamo costruire un Pd all’altezza del territorio che rappresenta, con una voce forte a livello nazionale, più solide relazioni internazionali, capaci di rappresentare e riavvicinare le categorie più sfiduciate e bistrattate dalla politica ‘impallata’ di questi anni (penso ai giovani, ai precari, agli anziani delle nostre periferie) e in grado di formare nuova classe dirigente e nuove leadership senza dover ogni volta ricorrere a ‘papi stranieri’.

Un Partito Democratico che sappia valorizzare le proprie differenze, non tollerandole, come fin troppo spesso si è fatto ma facendole diventare il lievito con cui prendiamo le decisioni.

La forza del coraggio di rischiare insieme e del camminare domandando saranno gli elementi con cui voglio condurre la mia segreteria.

Oggi forse mi sarebbe convenuto essere più rassicurante, avrei dovuto cercare di non spaventare nessuno e dire solo cose ampiamente condivise. Se avessi fatto così però avrei tradito la fiducia di chi mi ha votato e non sarei stato onesto nei vostri confronti. Per questo non ho voluto mettere nessuna delle proposte che abbiamo elaborato in queste intense settimane. Questo è un momento che richiede coraggio e scelte precise. Chi mi ha votato non ha espresso una semplice preferenza, non mi ha solo chiesto di diventare Segretario ma ritengo abbia chiesto a tutti noi di sostenere con forza un progetto di cambiamento ed è su questo progetto che voglio qui, oggi, impegnarmi davanti a ognuno di voi, ed è su questo progetto che vi chiedo di sostenermi.


1 commento

  1. […] che il coraggio, la determinazione e la chiarezza con la quale ha presentato la sua ricetta (qui una sintesi dalle sue dirette parole pronunciate ieri sera in Assemblea Provinciale) si traducono […]

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